Spesso si sente parlare di immobili di lusso, ma cosa si intende esattamente? Quando un’abitazione si può ritenere tale e quali sono le conseguenze di questa classificazione, soprattutto sul piano fiscale? Approfondiamo insieme queste tematiche e scopriamo quando una casa può essere definita “di lusso”, quali sono le categorie catastali degli edifici di questo tipo, le caratteristiche di tali costruzioni e le peculiarità a livello fiscale, compresa la possibilità o meno di accedere alla detrazione per la ristrutturazione degli immobili.
Quando gli immobili sono considerati “di lusso”?
Le differenze tra un’abitazione “di lusso” e una “non di lusso” sono significative sotto diversi punti di vista: dal costo di acquisto alle spese necessarie per la gestione della casa, fino alla normativa fiscale. Se si possiede un immobile di questo tipo, infatti, non è possibile accedere ad alcune agevolazioni disponibili per altri tipi di abitazione e questo, probabilmente, è uno degli elementi più importanti da tenere in considerazione. Capiamo meglio, quindi, quali sono le caratteristiche degli immobili di lusso, quando vengono definiti tali e la loro categoria catastale.
Quali sono le caratteristiche di un immobile di lusso
Secondo il D.M. 1072/1969 sono diverse le categorie di abitazioni che rientrano nella classificazione di immobili “di lusso”. Tra queste, solo per citarne alcune:
- le case costruite in aree destinate a “ville” o “parco privato”;
- quelle dotate di piscina di almeno 80 mq di superficie, o di campi da tennis con sottofondo drenato con superficie non inferiore a 650 mq;
- quelle composte da uno o più vani costituenti l’alloggio padronale con superficie utile complessiva superiore a 200 mq (con esclusione di balconi, cantine, terrazze, soffitte, scale e posto macchine) e come pertinenza un’area scoperta pari a sei volte quella coperta;
- le unità immobiliari con superficie utile complessiva maggiore di 240 mq, calcolo da cui sono esclusi terrazze, balconi, soffitte, cantine, posti auto e scale.
Immobili di lusso: qual è la loro categoria catastale?
In base alle caratteristiche attribuite alle abitazioni “di lusso”, sono state identificate le categorie catastali che definiscono gli immobili di questo tipo. Oggi, dunque, rappresentano abitazioni di lusso quelle appartenenti a:
- categoria catastale A/1, ossia le abitazioni di tipo signorile;
- categoria catastale A/8, quindi le ville;
- categoria catastale A/9, ovvero castelli e palazzi con caratteristiche di pregio storico e artistico.
Vediamo rapidamente alcuni requisiti di queste categorie catastali:
- Quando si parla di case in categoria catastale A1 si fa riferimento a unità immobiliari che sorgono in un’area di pregio, le cui rifiniture e caratteristiche tecnologiche e costruttive sono superiori rispetto a quelle delle abitazioni residenziali comuni.
- Alla categoria catastale A8 appartengono le ville, che si distinguono per essere collocate all’interno di parchi o giardini di grandi dimensioni, per essere realizzate in zone urbanistiche destinate a questo tipo di costruzione o in aree di pregio, oltre a essere dotate di rifiniture e caratteristiche di qualità superiore a quelle ordinarie.
- Castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici sono invece classificati nella categoria A/9. Queste strutture sono caratterizzate da una disposizione degli spazi e da volumi non paragonabili alle unità abitative appartenenti alle altre categorie.
Casa di lusso e agevolazioni fiscali: cosa prevede la normativa?
Come anticipato, le abitazioni classificate “di lusso” comportano la perdita di alcune agevolazioni fiscali riservate ad altri tipi di immobili. Questi edifici, come si legge su Infobuild, sono infatti esclusi dai benefici normalmente riservati alla “prima casa” che permetterebbero, ad esempio, di ottenere una riduzione dell’imposta di registro, quando si acquista da un privato, e dell’IVA, acquistando da un’impresa. L’agevolazione permette inoltre di non pagare l’imposta di bollo e altre tasse che servono agli adempimenti catastali. A questo si aggiunge il fatto che i proprietari di immobili di lusso sono tenuti a pagare l’IMU anche sulla prima casa, a differenza di chi possiede un’abitazione principale non di lusso.
Esistono detrazioni per la ristrutturazione di immobili di lusso?
Discorso diverso, invece, per chi intende usufruire di alcuni bonus, ad esempio per migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione, eseguire lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro o di sistemazione a verde. In questi casi, infatti, c’è l’opportunità di accedere ai bonus fiscali così come accade per gli immobili “non di lusso”.
Tra le possibili opzioni ci sono:
- Bonus Ristrutturazione: utile a chi deve affrontare una ristrutturazione edilizia o un’opera di risanamento conservativo, consiste in una detrazione Irpef del 50% su un massimo di spesa di 96mila euro.
- Bonus mobili ed elettrodomestici: spetta a chi svolge interventi di ristrutturazione edilizia e può essere usato per acquistare mobili o elettrodomestici nuovi ottenendo una detrazione Irpef del 50%.
- Ecobonus casa: permette di incrementare il livello di efficienza energetica di un immobile esistente e prevede detrazioni del 50% o del 65% in base al tipo di intervento.
- Bonus verde: consente di beneficiare di una detrazione del 36%, su un massimo di spesa di 5mila euro, per lavori di sistemazione a verde di aree scoperte di immobili privati a uso abitativo.
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