leggenda romolo e remo riassunto

La prima casa di Roma

Roma non è sempre stata delle dimensioni di cui oggi possiamo apprezzare le ampiezze, la città crebbe lentamente e la sua prima e minima versione coincide, se si vuole credere alla leggenda, alla casa di Romolo sul colle Palatino.
20.04.2018 /
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Roma nasce come “fatto immobiliare di sangue”

Roma non è sempre stata delle dimensioni di cui oggi possiamo apprezzare le ampiezze, la città crebbe lentamente e la sua prima e minima versione coincide, se si vuole credere alla leggenda, alla casa di Romolo sul colle Palatino.

La leggenda narra che i due fratelli, figli del Dio Marte e di Rea Silvia, abbandonati lungo il Tevere per sfuggire ad un assassinio commissionati dal re Amulio, vengono cresciuti da una lupa. I due fratelli peregrinano per trent’anni fino a ritrovare le loro origini e tornare ad Alba Longa dove la loro famiglia regna. Non volendo però vivere in quella città, ricevono il permesso di tornare alla loro terra d’origine per poter fondare una nuova città ed è così che fanno ritorno nelle zone del Tevere, che scorre fra i colli, e costruiscono le loro case. Quella di Romolo sorge sul colle Palatino e vuole essere l’inizio della costruzione di una città chiamata Roma mentre quella di Remo sorge sul colle Aventino e vuole essere l’inizio della costruzione di una città chiama Remora. Si tratta di due colli molto vicini tra loro, separati da quello che oggi conosciamo come Circo Massimo.

A questo punto è necessario capire chi debba avere il diritto di regnare e visto che abbiamo a che fare con due gemelli il principio della primogenitura in questo caso non è strategia che si possa applicare, per cui, come era consuetudine nell’antichità, i fratelli si affidarono a segni celesti.

Molte sono le versioni di questo particolare momento della leggenda, ma ciò che è più importante è che sembra che Remo, ad un certo punto, per prendere in giro il fratello, scavalca le mura della sua proprietà (più probabilmente ciò che scavalca è il solco sacro) e per questo viene colpito a morte da Romolo che pronuncia le parole “da ora possa morire chiunque scavalchi le mie mura“.

È con la casa insanguinata di Romolo sul Palatino che inizia una storia chiamata Roma.

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