L’Italia è un Paese ricco di paesaggi e testimonianze culturali di grande valore che è fondamentale proteggere. Questa forma di tutela è garantita dai vincoli paesaggistici, una misura che, pur non impedendo a priori qualsiasi nuovo intervento nelle aree tutelate, assicura che ogni trasformazione sia condotta con attenzione e nel pieno rispetto del territorio. In questo articolo vedremo insieme quali sono le aree soggette a vincolo, quando occorre richiedere l’autorizzazione paesaggistica e come verificare l’eventuale presenza di questa restrizione.
Cosa sono i vincoli paesaggistici
Il vincolo paesaggistico rappresenta una misura stabilita dalla legge italiana attraverso la quale vengono poste delle limitazioni alle modifiche del territorio e alle opere edilizie, al fine di tutelare delle aree caratterizzate da un particolare valore storico, ambientale o estetico. Si tratta di uno strumento atto a proteggere il paesaggio e a mantenere un corretto equilibrio tra gli interventi da parte dell’uomo e il contesto in cui si inseriscono.
Dal punto di vista operativo, la presenza di un vincolo di questo tipo rende necessario ottenere un’autorizzazione paesaggistica prima di poter procedere con dei lavori.
Qual è la normativa di riferimento per i vincoli paesaggistici
Quella inerente al vincolo paesaggistico – concetto che è stato introdotto con la Legge Galasso (L. 431/1985) – rientra tra le principali normative in ambito edile. Nello specifico, questa disciplina trova il suo riferimento primario nel D.Lgs. 42/2004, conosciuto come “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, provvedimento che definisce i principi fondamentali della tutela paesaggistica e indica in quali casi un’area debba essere considerata bene paesaggistico. La materia è stata inoltre oggetto di semplificazione con il D.P.R. 31/2017, che ha introdotto l’autorizzazione paesaggistica semplificata.
Quali sono le aree soggette a vincolo paesaggistico?
L’articolo 136 del Codice dei beni culturali e del paesaggio indica come immobili e aree di notevole interesse pubblico:
- gli immobili con importanti caratteristiche naturali o storiche, ad esempio per bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, compresi gli alberi monumentali;
- le ville, i parchi e i giardini che si distinguono per la loro particolare bellezza e che non sono tutelati da altre disposizioni del decreto;
- i complessi di immobili che compongono un caratteristico aspetto dal valore estetico e tradizionale, compresi i centri e i nuclei storici;
- le bellezze panoramiche e i belvedere pubblici, ossia i punti di osservazione da cui è possibile godere della straordinaria bellezza di quei paesaggi.
L’articolo 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio identifica inoltre le aree tutelate per legge, tra cui rientrano, solo per fare degli esempi, i territori costieri, marini e lacustri, i fiumi e i corsi d’acqua, i vulcani, i parchi e le riserve naturali, le zone di interesse archeologico, i ghiacciai e i circhi glaciali, le zone boschive e i rilievi montuosi.
Come si fa a sapere se è presente un vincolo paesaggistico?
Per verificare la presenza di un vincolo paesaggistico ci sono varie strade. È possibile ad esempio consultare gli strumenti urbanistici del Comune, come il PUC (Piano Urbanistico Comunale) o il PAT (Piano di Assetto del Territorio), contattare la Soprintendenza di riferimento (organo responsabile della tutela del paesaggio), ma anche verificare sulle banche dati online o le mappe interattive che a volte gli enti locali mettono a disposizione (dati che, in questo caso, andranno comunque verificati in modo ufficiale).
In generale, in ogni caso, essendo un percorso che richiede una verifica molto accurata, è sempre bene affidarsi a un tecnico esperto per accertarsi che il processo avvenga in modo preciso, corretto e senza alcun errore.
Cos’è l’autorizzazione paesaggistica e quando serve
Come in parte anticipato, quindi, l’autorizzazione paesaggistica è il provvedimento amministrativo che consente di realizzare interventi su immobili o aree sottoposti a vincolo. Si tratta infatti di un passaggio obbligatorio prima di avviare determinate opere in aree vincolate. Va richiesta prima dell’inizio dei lavori e non sostituisce il titolo edilizio necessario per quel tipo di intervento: se il lavoro da svolgere ha ottenuto il titolo abilitativo richiesto, non è comunque possibile andare avanti senza l’autorizzazione paesaggistica.
Con il rilascio dell’autorizzazione l’amministrazione competente accerta che gli interventi proposti non compromettano le qualità paesaggistiche e gli elementi di pregio del contesto tutelato. L’autorizzazione ordinaria richiede una procedura e tempistiche specifiche, ma esiste anche l’iter semplificato (introdotto con il D.P.R. 31/2017), riservato alle opere con un impatto minore sul territorio. Senza dimenticare che sono previste anche situazioni in cui l’autorizzazione non è necessaria: queste casistiche sono indicate nell’Allegato A del DPR 31/2017.
Prima di avviare qualsiasi intervento edilizio, quindi, è sempre opportuno accertare se l’immobile o l’area interessata ricadano in un vincolo, facendosi seguire da tecnici esperti per questa verifica. Solo una corretta conoscenza delle norme, infatti, consente di operare nel rispetto della tutela paesaggistica e di procedere in piena conformità alla legge.
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