“La Ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane”, pubblicata dall’Istat e da Bankitalia

Istat e Bankitalia: metà della ricchezza delle famiglie italiane è rappresentata da abitazioni

La casa è ancora il bene rifugio preferito da parte delle famiglie italiane nonché il principale investimento e la primaria fonte di ricchezza.
22.05.2019 /
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I dati relativi alla fine del 2017 confermano che il mattone continua ad essere l’investimento più gettonato

La casa è ancora il bene rifugio preferito da parte delle famiglie italiane nonché il principale investimento e la primaria fonte di ricchezza. A confermare questa tendenza storica nel nostro Paese è una nota congiunta, La Ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane, pubblicata dall’Istat e da Bankitalia e relativa ai dati elaborati dall’Istituto Nazionale di Statistica a fine 2017. Il risultato principale di queste stime è infatti questo: alla fine dell’anno solare 2017, la ricchezza netta delle famiglie nel nostro paese era pari a quasi 10.000 miliardi di euro, 9.743 per la precisione.

Prima di proseguire, subito una precisazione doverosa. Quando si parla di “ricchezza netta”, si intende, specifica la nota,

il valore di tutte le attività patrimoniali, reali e finanziarie, che garantiscono ai soggetti che ne sono proprietari un beneficio economico, rappresentato dal flusso dei redditi che esse generano oppure dai proventi derivati dalla loro cessione o liquidazione.

Specifichiamo inoltre che si parla di ricchezza netta quando al valore siano già state sottratte tutte le passività derivanti da prestiti a breve, medio e lungo termine ed altre operazioni finanziarie simili. Facciamo un’altra precisazione: nel nostro articolo, per motivi di interesse e di pertinenza, ci occuperemo esclusivamente dell’aspetto della nota congiunta legato alle famiglie, tralasciando in toto l’analisi legata alle società non finanziarie. Chi volesse approfondire questi aspetti, può farlo leggendo i capitoli della nota congiunta dedicati a queste tematiche.

Tornando ora ai dati, le abitazioni hanno rappresentato la forma di investimento primaria delle famiglie italiane, con un valore globale di 5.246 miliardi di euro, pari a circa la metà della ricchezza lorda delle famiglie stesse. L’altra metà è coperta principalmente dal cosiddetto “risparmio gestito” (quote di fondi comuni, fondi pensione e simili) per il 14%, da depositi (13%), e da azioni e partecipazioni (10%). Interessante è notare è l’andamento dal 2005, primo anno di riferimento dell’Istat per i dati necessari per stilare queste statistiche. Dal 2005 al 2011, infatti, la percentuale relativa al peso delle case sul totale delle attività finanziare delle famiglie italiane è salito dal 47% al 54%, per poi calare fino al 49% del 2017. Il perché di questo andamento in discesa nell’ultimo quinquennio è presto spiegato: la causa è da ricercarsi nella tendenza al ribasso dei prezzi del mercato immobiliare residenziale. Dal 2012, infatti, i prezzi hanno registrato un calo costante, con la conseguente riduzione del valore medio degli immobili e l’altrettanto conseguente contrazione del valore della ricchezza abitativa.

Un ultimo aspetto interessante che emerge dallo studio congiunto Bankitalia-Istat riguarda il fatto che la ricchezza delle famiglie italiane sia 8 volte superiore al loro reddito disponibile, anzi 8,4 volte per esser precisi. Prendendo come riferimento i dati dell’OCSE, questo rapporto è più elevato di quello delle famiglie degli altri Paesi principali dell’OCSE. La nota congiunta ci ricorda, però, che in Italia questo rapporto tra ricchezza e reddito disponibile, dopo il picco toccato nel 2013, è sceso gradualmente negli anni successivi, e questo dato è in controtendenza rispetto agli altri Paesi dell’OCSE, nei quali invece non si è verificata questa inversione di tendenza. Il motivo per cui il rapporto sia così alto in Italia è dovuto al ristagno dei redditi delle famiglie italiane. Nel 2008 e 2009 la ricchezza netta familiare italiana rapportata alla popolazione, era infatti superiore agli altri Paesi dell’OCSE; negli anni successivi si è mantenuta su valori stabili, mentre negli altri Paesi è aumentata. Attualmente, o meglio a fine 2017, secondo i dati dell’Istat e di Bankitalia, la ricchezza media procapite delle nostre famiglie è leggermente più alto di quello delle famiglie tedesche. Sempre nel 2017, il peso delle attività non finanziarie, e quindi anche immobiliari, in Italia era pari al 59%, simile a Francia e Germania, e superiore nettamente a Regno Unito /47%), Canada (44%), Giappone (37%) e USA (33%). Questa è la conferma finale del peso e dell’importanza degli investimenti immobiliari e in generale non finanziari per le famiglie italiane.

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