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IMU 2023: scadenze, novità e valore

IMU 2023: scadenze, possibili esenzioni e novità sull’imposta dovuta sugli immobili diversi dall’abitazione principale, che si paga in due quote annuali
03.07.2023 /
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Sono già scaduti i tempi per il pagamento della prima rata dell’IMU 2023. L’imposta dovuta sugli immobili diversi dall’abitazione principale si paga, com’è noto, in due quote annuali.

Per quest’anno, la prima quota dell’imposta (l’acconto IMU) doveva essere versata entro il termine massimo del 16 giugno 2023. La scadenza fissata per il saldo arriverà invece il 16 dicembre, anche se è già previsto uno slittamento: il limite per il versamento cadrà il 18 dicembre, dato che il giorno 16 è un sabato.

Scaduto il termine per il versamento dell’acconto IMU 2023, resta quindi da pagare il saldo dell’imposta dovuta proporzionalmente alla quota e al periodo di possesso dell’immobile.

A quasi dodici anni dalla sua entrata in vigore, numeri alla mano, si scopre che l’imposta sulla casa non principale assicura enormi introiti alle casse dello Stato. Secondo i dati ufficiali, l’IMU vale circa 22 miliardi di euro all’anno. Solo con la prima rata del 2023, lo Stato ha in pratica guadagnato più di 11 miliardi. E volendo tirare un po’ di somme, finora, l’imposta ha arricchito lo Stato di circa 270 miliardi di euro.

IMU 2023, chi deve pagarlo

Il versamento dell’imposta è obbligatorio per i possessori di fabbricati, con esclusione dell’abitazione principale. Tuttavia, se la prima casa è un’unità abitativa classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, cioè un immobile di lusso, il tributo va comunque versato. Devono corrispondere l’IMU anche i proprietari di aree fabbricabili e terreni agricoli.

Fondamentalmente, dunque, l’IMU non si paga mai sulla prima casa, cioè sull’abitazione principale. L’unica discriminante valida è che l’immobile in questione non sia considerato di lusso.

Per legge, i soggetti passivi IMU sono il proprietario dell’immobile o il titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione (enfiteusi, superficie e il genitore assegnatario della casa familiare a seguito di provvedimento del giudice). Pagano l’imposta anche il concessionario, nel caso specifico di concessione di aree demaniali, e il locatario, ma solo per gli immobili (anche da costruire o in corso di costruzione) concessi in locazione finanziaria.

Le novità introdotte dalla Legge di Bilancio, chi non pagherà l’IMU?

La Legge di Bilancio 2023 ha ampliato le ipotesi di esenzioni dal versamento dell’IMU già a partire dall’anno in corso. La novità più importante riguarda l’esenzione in caso di occupazione abusiva.

Grazie all’articolo 1, comma 759, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, a cui è stata aggiunta la lettera g-bis, si è in pratica disposta l’esenzione per gli immobili non utilizzabili né disponibili per i quali sia stata presentata denuncia di occupazione abusiva o qualora sia iniziata un’azione giudiziaria penale. Fino allo scorso anno succedeva infatti che un proprietario la cui casa era stata indebitamente occupata da inquilini abusivi, per legge, fosse obbligato a pagare l’IMU sul dato immobile.
Per ottenere questo tipo specifico di esenzione bisogna presentare un’apposita comunicazione al Comune di riferimento. Un’altra comunicazione è richiesta anche in caso di cessazione dei presupposti per fruire dell’esonero.

È stata poi confermata l’esenzione IMU 2023 per i Comuni di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto colpiti dagli eventi sismici nel 2012. Tale esenzione durerà fino alla ricostruzione e agibilità degli edifici interessati, oppure fino al 31 dicembre 2023.

Le regole IMU per i coniugi con diverse residenze

Anche quest’anno valgono le regole previste ai fini dell’esenzione IMU per i coniugi con residenza in immobili differenti. L’anno scorso, la Corte Costituzionale (con la sentenza n. 209 depositata il 13 ottobre 2022) ha di fatto ripristinato il diritto alla doppia esenzione, dichiarando illegittime le norme che prevedevano il diritto all’esenzione solamente per una delle abitazioni possedute.

La Corte Costituzionale ha comunque voluto specificare che la sentenza non ha determinato né vuole agevolare un’esenzione IMU per le “seconde case” in cui uno dei coniugi abbia trasferito solo residenza anagrafica (cioè senza dimorarvi abitualmente). I Comuni possono infatti vagliare attraverso strumenti efficaci l’esistenza o meno della dimora abituale. E quali sono questi strumenti? Per esempio le banche dati dei consumi energetici e idrici dell’abitazione…

Quindi l’agevolazione spetta per ciascuna abitazione principale di persone sposate o parti di un’unione civile anche nel rispetto dei requisiti della dimora abituale e della residenza anagrafica del possessore dell’immobile. E tutto ciò a prescindere dal suo nucleo familiare.

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