Dati regionali, grandi città e locazioni: l’analisi dell’Omi sull’immobiliare 2018

Dati regionali, grandi città e locazioni secondo il Rapporto Residenziale Immobiliare dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.
14.06.2019 /
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Cifre e statistiche del rapporto annuale dell’osservatorio dell’Agenzia delle Entrate – SECONDA PARTE

Prosegue in questo articolo l’analisi dei dati più rilevanti emersi dalla pubblicazione annuale del “Rapporto Residenziale Immobiliare”, pubblicato dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e relativo al 2018. Nell’articolo “Compravendite, prezzi, dimensioni: i numeri dell’immobiliare nel 2018 secondo l’Omi“, abbiamo analizzato i dati a livello nazionale; in questo, tralasciando il discorso relativo ai mutui, già oggetto di un altro recente articolo, concentriamo l’attenzione sul resto dei temi toccati nell’analisi dell’OMI.

I dati regionali

È l’Emilia-Romagna la regione con il rialzo maggiore del numero di compravendite di abitazioni nel 2018: con  l’11,3% fa registrare quasi il doppio del dato nazionale (+6,5%). Seguono le Marche (10,2) e il Veneto (10%). Sopra la media nazionale anche Sardegna, Toscana e Sicilia. La Lombarda è al 6,5%, esattamente come il dato nazionale, e leggermente sotto troviamo il Lazio al 4,7%. Uniche regioni con dati negativi sono le marginali (rispetto al volume totale di compravendite) Valle d’Aosta (+0,9%) e Basilicata, l’unica a registrare una contrazione, con il -5,9%. Diverso, ovviamente, il discorso dei valori di scambio delle abitazioni oggetto di compravendita. L’OMI stima che nel 2018, su un totale di 94 miliardi di euro spesi nel settore, ben 22,6, quindi il 24%, siano stati spesi in Lombardia (+5,3% rispetto al 2017, in media col dato nazionale che è del 5,2%). In questo calcolo, sempre l’Emilia Romagna in testa con il 10,1% in più. Il Lazio è al 2,3%, con una quota fatturato pari al 13,2% del totale nazionale, mentre fanalini di coda sono Liguria (-1%) e nuovamente la Basilicata (-9,8%).

Le grandi città

Come sempre l’OMI dedica parte dello studio all’analisi dell’andamento del mercato immobiliare nelle otto aree metropolitane che, ricordiamolo, sono Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Bologna, Genova e Palermo. Il dato principale è l’aumento dei volumi di compravendita in tutte e 8 queste realtà, senza alcun segno negativo. La regina del 2018 è stata Bologna con il 10,5% di volumi incrementati rispetto al 2017. Seguono Palermo (7,7%9, Napoli (5,9%), Torino (4,3%), Firenze (3,9%), Genova (3,6%), Milano (3,4%) e Roma (3%), con la Capitale che, ovviamente, pur crescendo meno delle altre metropoli, registra il numero più alto di compravendite assolute, più di 32.000 unità scambiate nel 2018. Riguardo al taglio delle abitazioni, la superficie media nelle 8 città è di 90,8 mq, una media che nel resto del territorio provinciale delle metropoli è più alta, tranne a Genova dove in città la media è leggermente più alta che nel resto della provincia (96 contro 94,8). Nelle metropoli si acquistano principalmente appartamenti tra i 50 e gli 85 metri quadrati, tranne a Palermo che da sempre fa eccezione: nel capoluogo siciliano si predilige la fascia superiore, 85-115 mq. Sono oltre 25 miliardi di euro il valore stimato delle case compravendute nelle 8 aree in questione, in aumento del 2,5% rispetto al 2017, un valore pari a oltre il 25% del totale nazionale. Il valore medio di una compravendita è più alto a Milano, con 313.500 euro medi a casa; seguono Firenze (271 mila), Roma (265.000), mentre in fondo troviamo Torino (177.500) e Palermo (130.000).

Le locazioni

Anche questo settore è cresciuto nel 2018, con un + 0,7% di contratti di locazione registrati, pari a un totale di quasi 1 milione 700mila euro, relativi a oltre 2 milioni di immobili. Da ciò si evince che circa l’80% del totale dei contratti prevedeva la locazione esclusiva di un immobile intero (dato in aumento dello 0,3%). Sostanzialmente uguale al 2017 la percentuale che indica la tipologia di contratti di locazione scelti nel nostro Paese. I contratti ordinari di lungo periodo (da 3 anni di durata in su) calano leggermente, ma rimangono la soluzione più frequente, visto che coprono il 53,9% del valore totale dei canoni generati dalle locazioni; seguono i contratti agevolati concordati (da 3 anni in su) che coprono il 24,7% della quota di mercato. Le altre tipologie, i contratti brevi, crescono rispetto al 2017 e arrivano al 17,3% (contratti agevolati per studenti) e al 4,1% della quota totale (contratti transitori a breve termine). Il canone medio al metro quadrato è ancora più alto per i contratti agevolati per studenti, sforando i 76 euro/mq, mentre per i contratti ordinari a lungo periodo è appena sopra i 65.

Per ulteriori approfondimenti sul tema delle locazioni si invita a consultare i vari paragrafi del Rapporto nei quali si entra nel dettaglio delle varie tipologie di contratto.

 

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